lunedì 7 gennaio 2013

La Guglia di Soleto

Era una notte di tempesta quando Matteo Tafuri decise di costruire il monumento che ancora oggi è uno dei simboli di Soleto.
Evocati demoni, streghe e spiriti, ordinò loro di costruire, entro e non oltre la notte, un maestoso campanile.
Soleto (LE) - Guglia di Raimondello
Alla luce delle torce gli spiriti si misero al lavoro, riempiendo la notte di Soleto di sinistri rumori, urla e strepiti.
Al sorgere del sole, come Matteo da Soleto aveva ordinato, il lavoro era compiuto e diavoli e streghe fecero ritorno al loro spettrale regno. Solo alcuni demonietti non furono così veloci e la luce del sole li trasformò in statue di pietra che ancora oggi ornano la Guglia di Soleto.


Soleto (LE) - Guglia di Raimondello
Questa è la leggenda sulla costruzione della Guglia di Soleto che ancora oggi si racconta e che vede come protagonista Matteo Tafuri, erudito e filosofo salentino, troppo spesso considerato dai suoi concittadini alla stregua di un mago.

Matteo Tafuri, il Socrate di Soleto, però, non ebbe nessun ruolo nella costruzione della Guglia, innalzata un secolo prima della sua nascita.

A volere la costruzione dell'imponente torre fu Raimondo Orsini del Balzo, al quale l'alta struttura deve il suo nome di Guglia di Raimondello.

Il conte di Soleto e principe di Taranto fece erigere la Guglia per celebrare la potenza del suo casato, sotto la cui signoria Soleto vivrà un periodo di grande splendore, e per comunicare otticamente tra la riva del Mare Adriatico e quella del Mar Ionio.

I lavori, affidati a Francesco Colaci di Surbo, terminarono nel 1397 e il loro risultato fu uno dei maggiori esempi di architettura gotica in Italia.

Soleto (LE) - Guglia di Raimondello
La Guglia di Raimondello a Soleto, quadrata e slanciata, si discosta dalle altre torri e dai campanili che di solito si presentano rastremati negli ordini superiori. Qui i cinque ordini sono tutti uguali e di uguale dimensione.

Il piano base e il primo ordine non hanno finestre e conservano e inglobano al loro interno i resti di una torre precedente.

Il secondo e il terzo ordine sono, al contrario, ricchi di decorazioni e caratterizzati dalla presenza di 4 eleganti bifore scolpite in pietra leccese.

L'ultimo ordine, a forma ottagonale e decorato da otto bifore, è coperto da un cupolino ogivale rivestito con maioliche policrome, sulla cui cornice sono ancora visibili alcune ciotole che contenevano l'olio per l'illuminazione notturna.

Tutte le bifore e gli angoli dei piani superiori sono ricchi di grifoni, leoni e maschere antropomorfe. I diavoletti della leggenda di Matteo Tafuni.
Soleto (LE) - Guglia di Raimondell
L'altezza della Guglia di Raimondello, oltre 40 metri, ha causato spesso problemi all'edificio, soprattutto a causa di ripetuti fulmini che in più occasioni hanno colpito e danneggiato la struttura.

Nonostante questo, la Guglia di Raimondello ha superato indenne i secoli, raccontandoci il potere raggiunto dalla famiglia Orsini del Balzo, le leggende su Matteo Tafuri e consegnandoci uno edificio di rara bellezza architettonica, monumento nazionale dal 1880.

Assolutamente da non perdere.

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