lunedì 19 dicembre 2011

Le Chiese Rupestri in Puglia

Tra i tesori più affascinanti della Puglia ci sono sicuramente le antichissime chiese rupestri, scavate nella roccia e ricche di affreschi ancora visibili.
Mottola (TA) - Chiesa di San Nicola a Casalrotta
Il fenomeno delle chiese rupestri in Puglia risale ai secolo della dominazione bizantina, dal IX al XII secolo. Le caratteristiche del territorio pugliese facilitarono la diffusione dell'edilizia rupestre. Permisero, infatti, di sfruttare la roccia per sopperire alle necessità sia abitative sia religioso. Il territorio carsico permise la costruzione di molti villagi rurali che sorsero dalla roccia nei pressi delle vie di comunicazione più importanti. All'interno del villaggio rupestre la presenza di una chiesa contribuiva all'identificazione religiosa di una comunità. 




Si ritiene che i santuari pugliesi siano stati spesso fondati da monaci basiliani, seguaci di quella regola ascetica voluta da San Basilio, che, fuggendo dalla Cappadocia a causa delle persecuzioni iconoclaste dell'VIII e del IX secolo, si sarebbero rifugiati in Italia meridionale dando vita ai primi insediamenti scavati nella roccia. I monaci basiliani, però, non fondarono solo insediamenti rupestri, ma diedero vita a monasteri ricchi di cultura e di arte, come San Nicola di Casole, vicino Otranto, dal quale proveniva il celebre Pantaleone, autore del magnifico mosaico che arricchisce la Cattedrale idruntina (Pantaleone e l'Albero della Vita; La Cattedrale di Otranto).




Le chiese rupestri si presentano complesse e di alta qualità artistica. Le planimetrie e le decorazione delle chiese rupestri riproducono le piante delle normali chiese. Nella fase dello scavo vengono accuratamente scolpite nella roccia colonne, capitelli, finte trabeazioni e decorazioni dei soffitti che imitano delle finte cupolette.  L'architettura rupestre crea, quindi, gli elementi del corredo liturgico con la pietra stessa.

Le planimetrie sono formate da moduli quadrangolari, che ripetuti o moltiplicati formano piante complesse. A questo modulo base si aggiungono nicchie e absidi. 

L'ingresso ha una funzione importantissima poichè veicola la luce all'interno della grotta, e per questo è collocata in posizione laterale o centrale rispetto al vano principale. Le zone absidali risultano meno illuminati e per questo maggiormente e più riccamente decorate.

I cicli pittorici affrescati all'interno delle chiese rupestri pugliesi risultano essere molto interessanti. Si nota la quasi totale assenza di cicli cristologici completi. Nella maggior parte dei casi è la rappresentazione dei santi a rivestire le pareti delle navate. I santi vengono rappresentati con i segni iconografici che li contraddistinguono e con pettinature e abiti tempestati di perline e pietre preziose di fattura orientale. I santi maggiormente rappresentati sono quelli taumaturghi come Nicola, Cosma e Damiano, Biagio, Giacomo e Andrea.

Il santo svolge una funzione di intermediazione tra Dio e gli uomini. Accanto ai santi vengono dipinti i loro nomi tramite iscrizioni in greco o in latino, e in alcuni casi anche dediche e commenti suggeriti dai committenti dell'opera.  

I cicli pittorici appaiono meno aggiornati rispetto a quelli delle chiese cittadine, come se i villaggi rupestri conservassero più a lungo il legame con la tradizione bizantina e la cultura orientale. Nel XIV secolo, in piena epoca angioina, continua a prevalere la decorazione tradizionale bizantina. Anche se si registra l'ingresso di santi occidentali come Francesco, Benedetto e Leonardo, nei cicli pittorici, dai quali erano stati esclusi fino a quel momento.

L'itinerario che proponiamo tocca le province di Bari, Taranto e Lecce, puntando a scoprire veri capolavori dell'arte rupestre pugliese.

Bari - Chiesa di Santa Candida

La prima tappa è la Chiesa di Santa Candida, a Bari. Risale al X-XI secolo ed è stata scavata sulla parte alta della lama. E' la più grande basilica rupestre pugliese e presenta una planimetria complessa e articolata. Gli affreschi originari della chiesa sono andati distrutti. Solo nelle absidi sono rimaste iscrizioni relative ai santi raffigurati: Candida, Elena, Giacomo, Tommaso ed Erasmo. L'area di San Candida è interessante anche per la presenza di un insediamento preistorico risalente alla fine del neolitico.


Monopoli (BA) - Chiesa dei SS. Andrea e Procopio


A Monopoli (BA) possiamo ammirare la Chiesa dei Santi Andrea e Procopio, che sorgeva lungo una delle principali vie di comunicazione del tempo, cioè la via Traiana, percorsa e frequentata non solo da pellegrini ma anche da mercanti e militari. Interessante è la scelta di dedicare la chiesa a questi due santi che per le loro vicende personali e per il loro culto, nato in Oriente e poi diffusosi in Occidente, sono legati alla tradizione agiografica sia latina che bizantina. La costruzione della chiesa può inserirsi nel contesto politico e militare greco-normanno, alla metà dell'XI secolo, quando Monopoli venne distrutta dai Bizantini per fronteggiare l'avanzata normanna. Gli abitanti si rifugiarono nelle campagne circostanti dando vita a casali rupestri.
Massafra (TA) - Chiesa della Candelora
A Massafra (TA) troviamo la Chiesa della Madonna della Candelora, risalente alla fine del XII secolo. La Chiesa della Madonna della Candelora è una delle cripte più raffinate della scuola salentina, ma la sua parziale demolizione può solo farci immaginare la bellezza della struttura originaria.

Mottola (TA) - Chiesa di San Nicola

La Chiesa di San Nicola a Casalrotta, nei pressi di Mottola (TA), è considerata la Cappella Sistina della civiltà rupestre. Presenta uno schema planimetrico a tre navate absidate e iconostasi a tre fornici, di cui oggi restano solo alcune porzioni. Stupefacente è il ciclo di affreschi: imprescrutabile campeggia la figura del Pantocrator, risalente alla metà del XII secolo, e il ciclo di affreschi delle pareti laterali (XI - XIV secolo). La chiesa aveva un ruolo centrale nell'organizzazione del territorio circostante, anche per il fatto di trovarsi in un'ottima posizione lungo la Via Tarantina, l'antico asse che collegava Taranto a Matera. In questi affreschi confluiscono più tradizioni culturali: i canoni espressivi e figurativi della cultura bizantina si sommano, infatti, agli influssi della cultura longobarda, dell'arte arabo-normanna siciliana e dell'arte benedettina. Ci troviamo di fronte alla più completa e stupefacente pinacoteca dell'arte sacra popolare pugliese, che riesce ad evidenziare compiutamente le testimonianze degli svariati influssi teologici ed artistici di marca orientale e latina.

Carpignano Salentino (LE) - Chiesa di Santa Cristina e Marina

L'ultima tappa è, infine, la Chiesa di Santa Cristina e Marina a Carpignano Salentino, in provincia di Lecce. E' una chiesa privata con destinazione funeraria. Nei secoli la chiesa ha subito numerosi rimaneggiamenti e oggi conserva gli affreschi più antichi di tutta la Puglia (si parte dal 959 fino alla seconda metà dell'XI secolo), datati grazie alla presenza di iscrizioni in greco in cui vengono citati committenti e artisti. La cripta, posta nella piazza centrale del piccolo paese della Grecìa Salentina, costituisce uno dei luoghi più antichi e affascinanti che sono giunti sino a noi, opera delle mani operose e delle menti dotti dei monaci basiliani. La cripta merita sicuramente una visita per la bellezza degli affreschi e per le storie che ancora oggi si raccontano.

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