Disseminati per tutta la Puglia, i Castelli raccontano l'amore di Federico II per questa terra e l'importanza strategica attribuita al territorio pugliese, da difendere a tutti i costi e dal quale partire per nuove imprese per fare la storia, per salvare la Terra Santa o per assecondare le proprie passioni. Alcuni sono diventati simboli per l'intera nazione, come Castel del Monte, altri sono il centro delle città che ancora dominano maestosi. Tutti hanno da raccontare storie e leggende sull'imperatore, sulle sue passioni, sui suoi amori e sulla sua corte, primo esempio di tolleranza e di visione cosmopolita del potere e della cultura.
Andria (BAT) - Castel del Monte |
Lucera (FG) - Fortezza svevo - angioina |
Castel del Monte (Misteri di Puglia: Menhir, Dolmen, Specchie e Castel del Monte) è uno dei simboli della Puglia.
L'edificio risale al XIII secolo ed è situato su una collina delle Murge.
La data ufficiale degli inizi dei lavori di costruzione è il 29 gennaio 1240, quando il Puer Apuliae ordina che vengano predisposti i materiali e tutto il necessario per la costruzione di un nuovo castello.
Andria (BAT) - Castel del Monte |
Incerta è l'attribuzione ad un preciso architetto. Si pensa che sia opera di Riccardo da Lentini, ma molti sostengono che ad ideare la costruzione fu lo stesso Federico, che comunque non vide il castello terminato. A partire dal XVII secolo iniziò un lungo periodo di abbandono, durante il quale l'edificio venne spogliato degli arredi e delle decorazioni parietali di marmo e divenne, oltre che carcere, un ricovero per pastori, briganti e profughi politici. Nel 1876 il castello venne acquistato dallo Stato Italiano, che ne predispose il restauro, iniziato nel 1879.
L'edificio ha una pianta ottagonale ed ad ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottogonale. Lo spazio interno è suddiviso in due piani. Il piano superiore è quello più raffinato e curato, con le volte slanciate e le finestre bifore e, in un solo caso, trifora.
Andria (BAT) - Castel del Monte |
Nel cortile interno, la tradizione vuole che ci fosse una vasca, costituita da un unico blocco di marmo, che secondo la leggenda avrebbe dovuto rappresentare il Sacro Graal, conservato all'interno del castello. Le alte pareti del cortile danno l'idea di trovarsi all'interno di un pozzo, che nella simbologia medievale rappresentava la conoscenza.
L'esatta funzione dell'edificio è sconosciuta. Privo di elementi militari e di fossati e occupando una posizione non strategica, l'edificio non fu probabilmente una fortezza. Anche l'ipotesi che fosse una residenza di caccia, attività amata da Federico, è messa in discussione dalla presenza di fini ornamenti e dall'assenza di stalle e di altri ambienti tipici dei casini di caccia.
Un forte simbolismo avvolge la costruzione: l'ottagono è una figura intermedia tra il quadrato (simbolo della terra) e il cerchio (simbolo dell'infinità del cielo) e quindi segnerebbe il passaggio dall'uno all'altro; l'ottagono potrebbe richiamare alla memoria la Cupola della Roccia di Gerusalemme, vista da Federico durante la Crociata, o la Cappella Palatina di Aquisgrana; la posizione dell'edificio, inoltre, è studiata in modo che durante i solstizi e gli equinozi le ombre sulle pareti abbiano una particolare direzione.
Trani (BAT) - Castello |
Il Castello di Trani fu edificato per volere dello Stupor Mundi nel 1233. L'edificio ha una forma quadrangolare con torri quadrate agli angoli, caratteristica unica di questo castello, e un cortile centrale. Il Castello fu successivamente modificato durante i periodi successivi, senza però alternarne molto la figura, e venne utilizzato per diversi scopi, venendo anche adibito a carcere.
A una torre del castello, Federico II fece impiccare Pietro Tiepolo, podestà di Milano e figlio del doge di Venezia, Jacopo Tiepolo, catturato durante la battaglia di Cortenova, nel 1237.
La famiglia reale sveva era particolarmente legata a questo castello. Qui soggiornò spesso Manfredi, che proprio in questo castello sposò la sua seconda moglie, Elena Ducas. Nel castello venne imprigionata la contessa di Caserta, Siffridina, consuocera di Federico II, che per sua espressa volontà fu mantenuta a pane e acqua fino alla sua morte.
Barletta (BAT) - Castello |
Il Castello di Barletta è il più maestoso dei castelli federiciani. La roccaforte, di origine normanna, venne eretta nel XII secolo per fronteggiare le incursioni dei pirati che depredavano le coste pugliesi. La storia è passata impetuosa tra queste mura: qui Federico II, il 25 aprile 1228, alla presenza di tutta la sua corte, annunciò la Sesta Crociata e promulgò la Dieta di Barletta, le direttive per la gestione dell'impero durante la sua assenza.
Bari - Castello Svevo |
Il Castello Svevo di Bari è, insieme alla chiesa dedicata a San Nicola, l'edificio simbolo della città. L'edificio si erge ai margini di Bari Vecchia (Bari Vecchia. Un viaggio nel tempo), il cuore medievale del capoluogo pugliese. La fortificazione medievale risale al 1132, ma i recenti scavi e gli studi hanno ipotizzato che esistesse già sul posto una struttura difensiva di epoca precedente. Il Castello venne distrutto nel 1156 dagli stessi baresi, in rivolta contro il re normanno Guglielmo il Malo, che per vendetta distrusse tutta la città, lasciando in piedi solo pochissimi edifici religiosi.
Nel 1233 Federico II ne ordinò la ricostruzione e il rafforzamento. Nel corso dei secoli il castello venne modificato più volte e ospitò, durante il regno di Isabella d'Aragona e di Bona Sforza, una vivace corte che animò la vita culturale e l'intera città, interrompendo, seppur brevemente, un periodo di decadenza e crisi che riprenderà alla loro morte.
Il Castello di Gioia del Colle (Il Castello di Gioia del Colle) è legato, oltre che a Federico II, alla figura della sua amante e ultima moglie Bianca Lancia. Federico volle che questo castello, oltre che a scopi difensivi, fosse adibito a dimora regale. Qui, infatti, visse Bianca, madre dell'erede al trono Manfredi.
Gioia del Colle (BA) - Castello |
Il castello si trova nel centro abitato e fu edificato intorno al 1100 e ampliato, per volere dell'imperatore svevo, verso il 1230. All'epoca sveva risalgono la sistemazione del cortile, i corpi di fabbrica relativi ad esso e la Torre dell'Imperatrice. Leggenda vuole che, durante la gravidanza di Manfredi, per gelosia Federico tenne rinchiusa l'amante in una torre del castello, la Torre dell'Imperatrice appunto. Bianca, non potendo resistere all'umiliazione, vinta dal dolore, si tagliò i seni e li inviò all'imperatore su un vassoio, insieme al neonato Manfredi. Dopo di che morì. Da quel giorno, ogni notte, nella torre si sente un flebile lamento di donna, che sembra protestare la propria innocenza.
Oria (BR) - Castello |
Ultima meta del tour per i Castelli federiciani è il Castello di Oria (Il Castello di Oria. Storia e leggenda). Considerata l'importanza strategica del territorio di Oria, che divideva i territori bizantini da quelli dei Goti, si deve presumere l'esistenza di un primo nucleo fortificato già in età altomedievale. In seguito (XI secolo), ci dovette essere una qualche forma di difesa/controllo dell'abitato e del territorio, effettuato dai normanni che infeudarono la città. A questo primo nucleo del castello oritano è riferibile il torrione di forma quadrata, inglobato poi in strutture di epoche successive.
Numerose modifiche subì in età federiciana (1225 - 1227), al punto che generalmente viene chiamato castello svevo. Alcune fonti locali vogliono che lo stesso Stupor Mundi edificò il castello. In realtà è più realistico pensare che Federico II lo ampliò e lo modificò secondo nuove esigenze di residenza: sappiamo, infatti, che in occasione del suo matrimonio con Jolanda di Brienne, il castello ospitò numerosi ospiti d'onore.
Oria (BR) - Castello |
Altre importanti modifiche furono effettuate nel periodo angioino, a cui risalgono le torri cilindriche. L'originario mastio normanno-svevo fu pesantemente riadattato, come tutta la struttura, nel corso del XV - XVI secolo.
Il castello fu luogo accogliente per re, principi e cavalieri. Oltre agli invitati al matrimonio di Federico II, qui sostarono la regina Maria d'Enghien (1407), il suo sposo Ladislao re di Napoli (1414), la principessa Isabella di Chiaromonte e il re Ferrante d'Aragona (1447).
Va ricordato, infine, che proprio dal castello di Oria partì Alfonso II di Napoli per liberare Otranto dai Turchi (1480).
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