venerdì 14 ottobre 2011

Dall'Irlanda a Taranto. San Cataldo sbarca nella città dei Due Mari.

Le barche solcano lente il Canale Navigabile. La statua argentea del Santo è lì a percorrere, anzi a ripercorrere, il tragitto già compiuto in secoli di devozione. Ed ecco che il Ponte Girevole si apre e il Castello Aragonese si illumina per i i fuochi di artificio, sparati per salutare il Santo dei tarantini, che festosi lo aspettano assiepati sui due lati del Canale.
Taranto - Statua di San Cataldo
Le celebrazioni per San Cataldo sono anche questo. Il sentimento di una città intera verso un santo venuto da lontano.

La tradizione vuole che l'irlandese Cataldo venne cresciuto in maniera rigorosa nel principi cristiani dai suoi genitori, alla cui morte decise di donare tutta la loro eredità ai poveri.
Taranto - Duomo

Cataldo divenne sacerdote e, in seguito, fu ordinato vescovo da San Patrizio in persona. Al momento dell'ordinazione nacque nel giovane Cataldo il desiderio, tramutatosi ben presto in ferma volontà, di visitare la Terrasanta e di raccogliersi in preghiera in quei luoghi che avevano visto vivere e predicare Gesù Cristo.

Proprio in Terrasanta iniziò il legame tra Cataldo e Taranto. Mentre il pellegrino era raccolto in preghiera sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Cristo ordinandogli di recarsi a Taranto per rievangelizzare la città, ormai in mano al paganesimo.

Cataldo si mise subito in viaggio verso l'Italia, sbarcando a pochi chilometri da Lecce, in una località che oggi prende il nome da questo avvenimento, Marina di San Cataldo. Di qui raggiunse Taranto, dove portò a compimento la sua missione di evangelizzazione, facendo abbattere i templi pagani, soccorrendo i bisognosi della città e compiendo numerosi miracoli.

Taranto - Duomo

Tra gli eventi che riguardano la vita del Santo, due sono quelli che maggiormente colpiscono, ancora oggi.

Il primo riguarda il suo anello pastorale. Le leggende raccontano che San Cataldo si trovasse in Mar Grande quando una tempesta spaventosa iniziò a imperversare. Cataldo, allora, per placare le acque, gettò l'anello in mare. La tempesta si placò immediatamente e da quel momento, nel punto dove cadde l'anello, esiste una fonte di acqua dolce, un citro.

Taranto - Citro

Il secondo riguarda il ritrovamento delle sue spoglie. Cataldo morì a Taranto e venne sepolto nella chiesa di S. Giovanni in Galilea, a quel tempo duomo della città. Il suo corpo venne dimenticato per anni. Quando i Saraceni, nel 927, distrussero la città, si decise di ricostruire anche il duomo. Durante gli scavi, nel 1071, per le fondamenta della nuova chiesa, venne trovata una tomba ancora intatta, con una crocetta aurea. Era la tomba ormai dimenticata di Cataldo. 
Il ritrovamento segnò l'inizio e lo sviluppo del culto per il Santo da parte dei Tarantini, che dedicarono a Cataldo il luogo del ritrovamento e lo elessero patrono della città.
Taranto - Duomo
I festeggiamenti in suo onore iniziano la prima domenica di Maggio, con il pellegrinaggio delle confraternite religiose tarantine alla tomba del Santo nella Cattedrale.

L'8 Maggio la statua argentea del Santo, custodita nel duomo, viene consegnata alle autorità civili e portata in processione a mare, su una barca della Marina Militare.

Il 10 Maggio si svolge la grande processione per le vie cittadine, a cui partecipa tutto il clero e la cittadinanza, a conclusione dei festeggiamenti. La statua è portata in giro per i vicoli della città vecchia e del borgo su un grande carro addobbato di fiori.
Taranto - Processione S. Cataldo
Curiosa è, infine, la storia della statua. La prima statua, risalente al XV secolo, fu sostituita una prima volta da un'immagine in argento nel 1901, che venne trafugata la note del 2 Dicembre del 1983 e sostituita con una nuova statua argentea nel 1984. Nel 2003 la statua venne di nuovo sostituita, in quanto era ritenuta troppo pesante per essere portata in processione.

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