venerdì 9 settembre 2011

Santa Croce a Lecce

Eccola apparire all'improvviso, come in un sogno. Il simbolo del Barocco leccese, uno dei simboli più rappresentativi della città, del Salento e della Puglia intera. La Basilica di Santa Croce è un'apparizione, di quelle che ti lasciano senza parole. La maestosità, la ricchezza, il rosone. Tutto dimostra la bravura e l'ingegnosità di chi ha lavorato a questa opera d'arte, plastica nelle sue dimensioni grandiose.
Lecce - Basilica di Santa Croce
Tutto questo è il frutto di quasi due secoli di lavori, fra il XVI e il XVII secolo, che videro impegnati e coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca.



Nell'area dell'attuale Basilica, Gualtieri VI di Brienne, signore di Lecce e duca di Atene, aveva già fondato un monastero nel XIV secolo. Nel XVI si decise di trasformare l'area in una fastosa zona monumentale. Per iniziare i lavori e reperire il terreno necessario, si requisirono le case e le proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510.
La prima fase della costruzione della Basilica (1549 - 1582) vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata. Nel 1590 venne completata la Cupola che sovrasta l'edificio. E' in questa prima fase che emerse forte la personalità di Gabriele Riccardi, uno tra i più celebri architetti leccesi.


Lecce - Basilica di Santa Croce
La seconda fase dei lavori (1606 - 1695) vide costruire i tre portali decorati, la parte superiore della facciata e il celebre rosone, vicino al quale è scolpita la data 1646.
La facciata ospita un complesso programma decorativo, in cui simboli classici, come gli animali e i motivi floreali, si alternano a simboli cristiani come gli angeli.
Secondo alcuni studiosi, tutte le decorazioni sarebbero una grande celebrazione della vittoria cristiana nella battaglia di Lepanto (1571), durante la quale le potenze occidentali avevano avuto la meglio sull'Impero ottomano. La vittoria rappresentò, oltre che la fine della minaccia ottomana, anche un grande beneficio commerciale per la Terra d'Otranto.
I telamoni, le grandi statue maschili presenti sulla facciata,vestiti da Turchi sarebbero un non molto velato richiamo ai prigionieri catturati dalla flotta veneziana durante la battaglia. La suddivisione delle spoglie catturate al nemico durante la battaglia avvenne a pochi passi da Lecce, in prossimità del Santuario di Santa Maria di Leuca.
Gli animali, invece, raffigurati alluderebbero alle potenze cristiane alleate: il Dragone era l'emblema dei Buoncompagni, famiglia a cui apparteneva papa Gregorio XIII, il Grifo potrebbe simboleggiare Genova, l'Ercole raffigurato sarebbe il simbolo del Granduca di Toscana.
Lecce - Interno Basilica
L'interno della Basilica è ricco e richiama la maestosità, anche se adesso riassorbita, dell'esterno. Le cinque navate originarie furono ridotte tre per fare spazio alle cappelle laterali aggiunte nel XVIII secolo.
La predilezione delle nobili famiglie leccesi e la ricchezza raggiunta dalla chiesa è ben espressa dai diciassette altari presenti nell'edificio e dal fastoso soffitto a cassettoni, in legno di noce con dorature, che copre la navata maggiore.
Ancora oggi la Basilica conserva la sua maestosa figura, simbolo della maestria raggiunta dagli architetti e dagli artigiani leccesi.


Lecce - Rosone Basilica


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