martedì 21 febbraio 2012

Il complesso degli Agostiniani a Melpignano

Ogni anno migliaia di persone raggiungono Melpignano per assistere al concertone finale della Notte della Taranta (Da rito magico a festa di musica. La Notte della Taranta). Pochi sanno, però, che alle spalle del gran concerto si trova una delle maggiori testimonianze del Barocco leccese, il complesso degli Agostiniani.
Melpignano (LE) - Chiesa e Convento degli Agostiniani
La costruzione della chiesa e dell'annesso convento, iniziata nel 1573, si inserisce nella linea politica della Controriforma cattolica seguita al Concilio di Trento. Melpignano era terra greca, di quella Grecìa salentina che ancora oggi lotta per conservare le sue tradizioni e la memoria della sua storia. Oltre alla lingua greca, qui era forte la presenza religiosa del rito greco. La Chiesa cattolica, non potendo accettare questa presenza, decise di "latinizzare" il Salento, facendo costruire numerose chiese e conventi. Tra questi, il complesso di Melpignano è sicuramente uno dei più importanti, soprattutto dal punto di vista artistico.
Melpignano (LE) - Chiesa e Convento degli Agostiniani
Melpignano (LE) - Agostiniani
La facciata della chiesa, dedicata alla Madonna del Carmine, risale alla seconda metà del Seicento e fu progettata da Giuseppe Zimbalo, uno degli architetti più famosi del Barocco leccese.
Il portale central formato da due coppie di colonne, riccamente decorate, su basamenti ruotati di 45 gradi e sormontato da una statua della Madonna con il Bambino, ripropone lo schema del portale centrale di Santa Croce a Lecce (Santa Croce a Lecce), progettato da Francesco Antonio Zimbalo, nonno di Giuseppe, l'architetto del complesso in questione. 

L'ordine superiore è arricchito da un'elegante finestra centrale con timpano arcuato e da volute laterali con busti di cherubini.

All'interno la chiesa presenta un'unica navata con sei cappelle disposte lungo le pareti laterali. Dietro l'altare maggiore si conserva il coro cinquecentesco.

Melpignano (LE) -Agostiniani
Dell'edificio del convento particolare attenzioni meritano i resti di un decoratissimo colonnato, sul quale si possono ancora ammirare numerose incisioni latine, e un pozzo, dove è scolpita un'aquila a due teste, simbolo della nobile famiglia Castriota Scanderberg (L'Arbereshe e la Puglia).

Il complesso, dopo decenni di abbandono, è tornato a nuova vita, grazie ad un accurato restauro, come contenitore culturale.

Il consiglio è di visitare Melpignano per assistere al concertone della Notte della Taranta, facendo attenzione ai tesori architettonici che conserva questo piccolo centro salentino.

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