Vicino Gagliano del Capo, Finibus Terrae, c'è una piccola frazione, San Dana, che prende il nome da un santo albanese ucciso dai Saraceni nelle campagne appena fuori dal centro abitato.
San Dana conserva una piccola testimonianza della presenza di monaci basiliani nel Salento, la Cripta di Santa Apollonia.
San Dana/Gagliano del Capo (LE) - Cripta di Santa Apollonia |
Anche se la maggior parte degli studiosi e degli esperti concorda con l'origine basiliana della Cripta, molti studiosi hanno cercato di avanzare delle ipotesi alternative per l'origine e la funzione della struttura. Ad animare le discussioni è la presenza del piccolo sedile presente nella celletta che fa parte della Cripta.
San Dana/Gagliano del Capo (LE) - Cripta di Santa Apollonia |
La tradizione popolare identifica il sedile con il Trono di San Pacomio, un eremita orientale che si appartò dal mondo e si dedicò alla meditazione.
Secondo alcuni il piccolo tempio potrebbe essere stato costruito tra il III e il IV secolo d.C e potrebbe essere stato un eremo, un luogo scelto da un anacoreta per vivere in silenzio e in solitudine la proprio dimensione religiosa e il sedile serviva come unico strumento per il riposo del religioso.
Ma la presenza del sedile porta alcuni a avanzare teorie vicine al misticismo. Secondo questi studiosi la Cripta potrebbe essere una testimonianza del fenomeno dell'incubazione, tramite il quale la divinità avrebbe inoculato la sua essenza in coloro che solevano dormire all'interno dei luoghi di culto.
San Dana/Gagliano del Capo (LE) - Cripta di Santa Apollonia |
La maggioranza degli studiosi, però, è concorde nel far risalire l'origine della Cripta ad un periodo compreso tra il VI e l'XI secolo, opera dei monaci bizantini dell'ordine di San Basilio.
Si tratta di una Cripta monovano, di forma quadrilatera irregolare, scavata nella roccia, all'interno della quale è presente una celletta con il sedile, che tante teorie e discussioni ha causato. Sulle pareti sono presenti alcuni affreschi, dei quali quelli decifrabili sono la Madonna con il Bambino, la Trinità e Santa Apollonia, raffigurata frontalmente con in mano la palma del martirio e un giglio bianco e circondata da nubi e angeli.
La Cripta fu, molto probabilmente, abbandonata intorno al 1480, anno dell'invasione turca che distrusse il Monastero di Casole, vicino Otranto, centro religioso per buona parte dei comuni del capo. Il luogo continuò ad essere frequentato da fedeli e religiosi che qui si recavano per pregare e venerare le sacre pitture.
San Dana/Gagliano del Capo (LE) - Cripta di Santa Apollonia |
Oggi la Cripta è stata recuperata dopo un lungo periodo di abbandono e dopo attenti lavori di restauro e conservazione che hanno restituito a tutti una preziosa testimonianza storica, artistica e religiosa della vita nel Capo.
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