La storia degli 800 Martiri di Otranto ha radici lontane.
Ha radici nell'Impero Ottomano che iniziava a dominare i mari, grazie agli insegnamenti di rinnegati cristiani, passati, con le buone o con le cattive, al servizio del Sultano.
Ahmet Pascià, un greco o un albanese, non si sa bene, tra i protagonisti di questa storia, è uno di questi personaggi che riuscì a raggiungere le vette militari dell'Impero turco.
Otranto (LE) |
Otranto (LE) - Cattedrale |
Otranto, nel 1480, era una ricca città, scarsamente difesa e abitata da non più di 10.000 persone. Un obiettivo facile per le incursioni turche.
Ma non era Otranto la meta della flotta ottomana che, la notte tra il 27 e il 28 luglio, salpò dal porto di Valona. L'obiettivo era Brindisi.
Forse questa storia sarebbe stata diversa, o non sarebbe accaduta affatto, se una forte tramontana, quel vento che anche d'estate riesce a pulire il cielo e a rendere respirabile l'aria, non avesse dirottato le navi turche guidate da Ahmet Pascià verso Otranto.
Otranto (LE) - Baia dei Turchi |
Fu così che 150 navi e 18.000 soldati, sbarcati in quella che ancora oggi è conosciuta come Baia dei Turchi, si presentarono agli abitanti della città salentina.
A difendere Otranto trovarono solo 400 uomini, comandati da Francesco Zurlo e da Giovanni Antonio Delli Falconi. Un'inerzia di fronte ai numeri dell'armata ottomana.
Consci delle loro scarse possibilità di sopravvivenza, i soldati idruntini decisero lo stesso di opporsi e di resistere alla richiesta di resa avanzata dai Turchi.
Ad aiutare i soldati fu tutta la cittadinanza che, guidata dal vecchio arcivescovo e da Antonio Primaldo, giurò di resistere sino alla morte.
Otranto (LE) - Castello |
Eroica fu la loro resistenza, ma inutile davanti alla potenza delle bocche da fuoco turche.
L'11 agosto, a 15 giorni dall'inizio dell'assedio, Ahmet ordinò l'attacco finale, riuscendo a sfondare tutte le resistenze idruntine e conquistando anche il Castello cittadino.
Il massacro che seguì fu atroce.
Tutti i maschi sopra i 15 anni vennero uccisi e le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù.
I superstiti si rifugiarono nella Cattedrale, dove speravano di essere risparmiati. Ma vana fu la loro speranza.
Otranto (LE) - Cattedrale |
Il comandante turco impose di rinnegare la fede cristiana e, ricevendo in risposta un rifiuto, ordinò ai suoi soldati di irrompere nel tempio e di catturare i superstiti.
La Cattedrale divenne, con il suo bellissimo mosaico, una stalla per i cavalli degli invasori.
Il primo a pagare per il rifiuto di convertirsi fu l'arcivescovo Stefano che, davanti ai suoi fedeli terrorizzati, venne fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu portato, infilzato su una picca, per le vie della città.
Morto l'arcivescovo, alla testa degli otrantini rimase il vecchio sarto Antonio Primaldo che continuava ad esortare i suoi concittadini a non abbandonare la fede cristiana.
Il 14 agosto 1480 Ahmet Pascià. stanco ed irretito per il continuo rifiuto degli abitanti di Otranto di convertirsi all'Islam, ordinò di trascinare i superstiti sul vicino colle della Minerva dove ne fece decapitare 800.
Si racconta che il primo a cadere fu proprio il Primaldo e che il suo corpo, anche senza vita, restò in piedi sino a quando l'ultimo degli Otrantini non venne ucciso.
Otranto (LE) - Santa Maria dei Martiri |
I cadaveri dei Martiri vennero abbandonati, senza sepoltura, sul colle e per un anno lì rimasero, fino a quando, nel 1481, Alfonso d'Aragona, figlio del re di Napoli, non riconquistò la città.
Il 13 ottobre 1481 i corpi dei Martiri vennero ritrovati, incorrotti come se avessero subito il martirio solo poche ore prima, e furono traslati nella Cattedrale.
Si racconta che prima del loro ritrovamento, sul colle della Minerva, dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria dei Martiri, di notte ci fossero luci e bagliori.
Ma questo è solo uno dei prodigi che accompagnano la storia eroica dei Martiri di Otranto.
Qualcuno racconta che la notte del 14 agosto, giorno in cui ancora oggi vengono ricordati, alla fine della festa in loro onore, i Martiri apparvero agli abitanti di Otranto in una lenta processione verso il luogo del loro martirio.
La storia dei Martiri di Otranto, che verranno canonizzati il 13 maggio 2013, è stata raccontata nel romanzo di Maria Corti, L'ora di tutti (1962).
Otranto (LE) - Cattedrale |
Ancora oggi è possibile vedere i resti dei Martiri, eroi di questa storia. Si trovano in sette grandi armadi di legno nella Cappella a loro dedicata all'interno della Cattedrale di Otranto.
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