martedì 9 ottobre 2012

Archeologia in Puglia: Valesio

Oggi HiPuglia! si interessa di archeologia e vuole parlare di uno dei siti archeologici più importanti di tutta la Puglia, Valesio.

Brindisi - Parco Archeologico di Valesio
Il Parco Archeologico di Valesio si trova a sud di Brindisi, nelle vicinanze di Torchiarolo.

La storia di Valesio è antica, come testimoniano i ritrovamenti archeologici che hanno portato alla luce tracce di insediamenti che vanno dall'età del ferro sino all'Alto Medioevo.

Brindisi - Parco Archeologico di Valesio

L'antica città di Valesium raggiunse il suo massimo splendore tra il VI e il I secolo a.C., quando faceva parte della federazione delle poleis messapiche presenti in tutto il Salento.

L'importanza di questo centro è testimoniato dal fatto che avesse una propria moneta, coniata nella zecca cittadina, a cui vengono attribuite monete argentee del V o IV secolo a.C.
La presenza di una propria moneta e di una zecca cittadina dimostra l'importanza commerciale ricoperta dalla città nell'economia del Salento.

Al periodo messapico, oltre alle tracce di cinta muraria, risalgono alcune tombe, caratterizzate dall'iscrizione che testimonia il culto della dea Demetra in città.
Inoltre, altri scavi hanno messo in luce una tomba a cassa, risalente al III secolo a.C., al cui interno erano presenti tre deposizioni.
Purtroppo, in questa tomba, non sono stati rinvenuti gli elementi del corredo funebre, se non un piccolo piattino nella mano sinistra di uno dei tre corpi sepolti.
La scoperta di questa sepoltura dimostra che tra il IV e il III secolo Valesio ebbe un notevole sviluppo demografico che portò alla creazione di necropoli vicine al centro abitato.
Brindisi - Parco Archeologico di Valesio
Fonti più dettagliate su Valesio risalgono all'inizio dell'età imperiale romana.
Strabone ricorda il nome greco del centro, Aletia, mentre altri scrittori utilizzano il nome Valesium.

Brindisi - Parco Archeologico di Valesio

Al periodo romano riporta il ritrovamento, nell'area che in epoca greca, probabilmente, era l'acropoli cittadina, di un grande impianto termale risalente al I sec. d. C.
Il complesso termale comprendeva tre stanze in cui ristorare gli ospiti con acqua calda (calidarium), tiepida (tepidarium) e fredda (frigidarium).
La presenza di stalle per il cambio dei cavalli conferma la funzione di statio che Valesio ricopriva, nel periodo romano, lungo la Via Traiana, nel tratto conclusivo fra Brindisi e Lecce.
In quello che probabilmente era l'atrio di ingresso è stato ritrovato un ampio mosaico.
Gli scavi, inoltre, hanno permesso di recuperare materiale ceramico del IV secolo d. C., periodo in cui l'imperatore Costantino ristrutturò la Via Traiana.

Nel Medioevo, Valesio, ormai in pieno declino, venne distrutta, nel 1157, da Guglielmo il Malo, in occasione di una spedizione punitiva contro il conte di Lecce. E' l'umanista Antonio de Ferraris, detto il Galateo, a parlare della distruzione di Valesio nel suo De Situ Japigiae.
I pochi abitanti superstiti si rifugiarono nelle vicine campagne, dove costruirono le prime abitazioni che diedero origine all'abitato di Torchiarolo.

Brindisi - Parco Archeologico di Valesio

Nel 1182 Valesio, ridotta a fattoria, fu concessa ai monaci Benedettini di Lecce. In questo periodo venne costruita, sulle rovine delle terme romane, una chiesa consacrata a Santo Stefano.

Nel Cinquecento il sito venne completamente abbandonato e destinato all'agricoltura.

Nel corso dei secoli l'area ha subito il saccheggio incontrollato ed è stata ulteriormente danneggiata dai lavori agricoli che dagli anni '70 hanno interessato vasti settori dell'antico centro.

Brindisi - Parco Archeologico di Valesio


Solo negli ultimi anni accurate e attente campagne archeologiche hanno riportato alla luce tracce e testimonianze dell'antica Valesio, salvandole dalla distruzione e dal furto.

Il Museo Archeologico di Brindisi accoglie, nella Sala Valesio, i reperti provenienti dal sito in questione.
Si possono, così, ammirare corredi tombali con vasi apuli, iscrizioni funerarie, pesi da telaio, epigrafi, iscrizioni messapiche, monete, vasi in bronzo, in ceramica e a vernice nera e tante altre testimonianze di questo patrimonio di storia e archeologia della Puglia.

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