venerdì 26 ottobre 2012

Il Colosso di Barletta

Simbolo di una città e personaggio di storie e leggende, il Colosso di Barletta, oggi, è il protagonista di HiPuglia!.
Barletta (BAT) - Colosso di Barletta
L'arrivo della statua a Barletta è oggetto di discussione.

Barletta (BAT) - Colosso di Barletta

Alcuni pensano che il Colosso venne rubato dai Veneziani durante il sacco di Costantinopoli nel 1204
Una tempesta rese difficile il ritorno delle navi veneziane che furono costrette a fermarsi sulla spiaggia di Barletta, dove abbandonarono la statua, forgiata da un certo Polifobo.

Altri vogliono che, tra il 1231 e il 1232, a Ravenna, durante degli scavi voluti da Federico II, fu rivenuta una statua colossale che l'Imperatore Svevo, appassionato ricercatore di antichità, fece trasportare in Puglia.

Notizia certa è, invece, quella che riguarda i Domenicani di Manfredonia che, nel 1309, chiesero ed ottennero da Carlo II d'Angiò il permesso di asportare e fondere gli arti della statua, per farne della campane per la loro chiesa. Gli arti furono rifatti solo nel XV secolo, ma in uno stile differente da quello originario.

Fu in questa occasione che il Colosso, conosciuto a Barletta come Eraclio (o Arè in dialetto locale), venne posizionato sotto il Sedile del Popolo, una loggia presente sulla parete orientale della Basilica del Santo Sepolcro, abbattuta nel 1925.

Barletta (BAT) - Colosso di Barletta

Diverse sono le ipotesi che riguardano l'identificazione del personaggio.

La tradizione popolare riconosce nella statua l'imperatore Eraclio I, che recuperò la Vera Croce contro i Sasanidi. Ma lo stile della statua obbliga a scartare questa ipotesi. 
Altri hanno riconosciuto nel Colosso Valentiniano I, Teodosio I, Arcadio e Onorio, solo per citare alcune delle ipotesi avanzate nel corso del tempo.

Negli ultimi anni ha preso piede l'ipotesi che l'imperatore raffigurante sarebbe Teodosio II.
Ad avvalorare questa teoria è la presenza sul diadema della statua di un gioiello di arte gota, riconducibile a Elia Eudossia, figlia di un generale goto e madre di Teodosio II.
Barletta (BAT) - Colosso di Barletta
Il volto della statua ha i tratti somatici di un uomo di circa quaranta anni e le vesti sono quelle di un capo militare di alto rango, del periodo a cavallo tra il tardo Impero Romano e quello bizantino.

Ad avvalorare l'ipotesi imperiale sono i simboli della regalità che la statua ha in mano, la croce nella mano destra e la sfera in quella sinistra.

Il Colosso di Barletta, nel corso dei secoli, è diventato il personaggio di tante leggende.

Barletta (BAT) - Colosso di Barletta

Una di queste racconta che quando i Saraceni sbarcarono nei pressi di Barletta, il primo ad avvistarli fu Eraclio, più alto dei tetti e delle mura della città.
I Barlettani decisero di mandare il Colosso incontro ai nemici, che trovarono Eraclio, solo e piangente, seduto sul ciglio della strada.
Vedendolo in questo stato gli invasori chiesero al Colosso il motivo del suo pianto.
Eraclio rispose che piangeva perché non era stato arruolato nell'esercito, scartato perché ritenuto troppo piccolo e troppo debole.
Increduli, i Saraceni decisero di tornare alle loro navi, impauriti da una città difesa da uomini più grandi di Eraclio.
Il Colosso, a quel punto, tornò a Barletta dove venne accolto con tutti gli onori e riprese il suo posto al centro della città, da dove, ancora oggi, sorveglia e protegge la sua amata Barletta.

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