mercoledì 2 novembre 2011

Duello in musica. La Danza delle Spade.

La Danza delle Spade ha origini misteriose. Alcuni fanno risalire le sue origini ai Greci, altri ai tanti duelli che insanguinavano la zona. Questione di onore e rispetto. Offese da lavare con il sangue di chi aveva osato dire una parola di troppo. Poi i coltelli sono stati sostituiti dalle dita e del sangue, per fortuna, si è persa ogni traccia.
Danza delle Spade
La Danza delle Spade è una pizzica scherma, diffusa in tutto il Salento, eseguita esclusivamente da uomini. Una pizzica dove il tema principale è quello della sfida e del combattimento.

Danza delle Spade

Alla danza partecipano due uomini (più rara è la scherma a tre), che mimano un duello usando le mani, al ritmo ripetitivo e ossessivo dei tamburelli suonati dai musicanti, che si dispongono in ronda, cioè in cerchio.

Gli antichi duelli sono ancora rappresentati dai molteplici passi che simulano l'attacco, gli affondi e le ferite, accompagnati da articolate movenze di braccia e mani e dallo sguardo minaccioso rivolto all'avversario. Ogni volta che un duellante viene sfiorato dall'altro e che quindi ha subito un colpo, accetta l'accaduto, con molta diplomazia, inchinandosi per onorare la bravura dell'avversario.

I danzatori non devono mai dimenticarsi che stanno duellando e che ci sono delle regole da rispettare. Non devono mai voltare le spalle all'altro e devono, sempre, restare in guardia e mantenere una certa distanza fisica dall'avversario.

Danza delle Spade

Il vincitore è sempre il danzatore più anziano. Tutto si conclude con un inchino tra i due avversari.

Questo tipo di danza non è di libero accesso né aperta all'improvvisazione. Essendo legata, per tradizione, ad ambienti prevalentemente malavitosi (una volta il carcere era la palestra più frequente per i danzatori), bisogna essere iniziati al ballo da persone già preparate ed essere presentati pubblicamente da un compare, che ha la funzione di garante.

Nel Salento leccese, ancora oggi, è possibile assistere all'esecuzione di questa pizzica scherma, legata alla tradizione di San Rocco, specialmente nella piccola frazione di Torrepaduli, vicino Ruffano. Qui, nella notte tra il 15 e il 16 agosto, vigilia della festa del Santo, si può assistere alla danza, in cui si alternano lo stile leccese e quello zingaro, entrambi ricchi di un complesso dizionario gestuale codificato e noto solo agli adepti.
Torrepaduli (LE)

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