La Danza delle Spade ha origini misteriose. Alcuni fanno risalire le sue origini ai Greci, altri ai tanti duelli che insanguinavano la zona. Questione di onore e rispetto. Offese da lavare con il sangue di chi aveva osato dire una parola di troppo. Poi i coltelli sono stati sostituiti dalle dita e del sangue, per fortuna, si è persa ogni traccia.
Danza delle Spade |
Danza delle Spade |
Alla danza partecipano due uomini (più rara è la scherma a tre), che mimano un duello usando le mani, al ritmo ripetitivo e ossessivo dei tamburelli suonati dai musicanti, che si dispongono in ronda, cioè in cerchio.
Gli antichi duelli sono ancora rappresentati dai molteplici passi che simulano l'attacco, gli affondi e le ferite, accompagnati da articolate movenze di braccia e mani e dallo sguardo minaccioso rivolto all'avversario. Ogni volta che un duellante viene sfiorato dall'altro e che quindi ha subito un colpo, accetta l'accaduto, con molta diplomazia, inchinandosi per onorare la bravura dell'avversario.
I danzatori non devono mai dimenticarsi che stanno duellando e che ci sono delle regole da rispettare. Non devono mai voltare le spalle all'altro e devono, sempre, restare in guardia e mantenere una certa distanza fisica dall'avversario.
Danza delle Spade |
Il vincitore è sempre il danzatore più anziano. Tutto si conclude con un inchino tra i due avversari.
Questo tipo di danza non è di libero accesso né aperta all'improvvisazione. Essendo legata, per tradizione, ad ambienti prevalentemente malavitosi (una volta il carcere era la palestra più frequente per i danzatori), bisogna essere iniziati al ballo da persone già preparate ed essere presentati pubblicamente da un compare, che ha la funzione di garante.
Nel Salento leccese, ancora oggi, è possibile assistere all'esecuzione di questa pizzica scherma, legata alla tradizione di San Rocco, specialmente nella piccola frazione di Torrepaduli, vicino Ruffano. Qui, nella notte tra il 15 e il 16 agosto, vigilia della festa del Santo, si può assistere alla danza, in cui si alternano lo stile leccese e quello zingaro, entrambi ricchi di un complesso dizionario gestuale codificato e noto solo agli adepti.
Torrepaduli (LE) |
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