giovedì 10 novembre 2011

Il Quartiere Ebraico di Manduria

Manduria non significa soltanto vino, il buonissimo Primitivo qui prodotto, ma anche immergersi in secoli di storia che hanno lasciato traccia in tutto il centro storico e nei dintorni della città. Basti pensare al Fonte pliniano (Plinio e il mandorlo) o alle possenti mura messapiche, ancora oggi visibili.
Manduria - Stemma

Suggestivo è perdersi nel dedalo di viuzze del Quartiere Ebraico, con i piccoli balconi ornati e i tipici camini, tutti da ammirare.


Manduria - Quartiere Ebraico

La presenza ebraica in Puglia è attestata sin dall'antichità. E' durante il periodo Normanno - Svevo, però, che le comunità ebraiche si diffusero maggiormente in tutta la regione, prosperando nei maggiori centri pugliesi. Esistevano ricche comunità a Lecce, a Brindisi, a Oria, dove il nome di uno dei rioni storici ricorda la loro presenza (Il Torneo dei Rioni di Oria) e nel Tarantino, dove particolarmente prospera era la comunità di Manduria. Qui il quartiere ebraico resistette dal XIII al XVII secolo, quando gli ultimi Ebrei abbandonarono definitivamente il centro salentino.

Il Quartiere era integrato nel centro storico, non era isolato dal resto dell'abitato. Gli Ebrei, infatti, pur essendo una comunità a parte, abitavano in una zona vicinissima alla Chiesa Matrice, la Giudecca, da non confondersi con il Ghetto che si diffuse nella Cristianità solo dopo la bolla di Paolo IV nel 1555.

Manduria - Quartiere Ebraico

La Giudecca era caratterizzata dallo spontaneo aggregarsi di case sorte intorno al cuore pulsante della comunità, la Sinagoga. E anche Manduria aveva la sua Sinagoga, che fu trasformata nel XVII secolo in casa padronale, con un elegante portale che presenta 14 elementi decorativi floreali, setta da una parte e sette dall'altra, divisi da una maschera che probabilmente aveva una valenza propriziatoria. Evidente è, comunque, il richiamo alla simbologia ebraica attraverso il numero 7.

Gli Ebrei manduriani iniziarono ad avere problemi quando, sul finire del XIII secolo, Carlo II d'Angiò, nell'intento di ridurre il loro numero e la loro presenza nel suo regno, promosse significative esenzioni fiscali per gli Ebrei che si convertivano al Cristianesimo.

Ma fu con la creazione del Ghetto che la comunità ricevette un duro colpo. Il quartiere ebraico venne isolato dal resto della città e a tale scopo furono costruite porte che chiudevano il quartiere, isolandolo definitivamente.
Manduria - Quartiere Ebraico
Ancora oggi sono visibili gli archi di tufo che dividevano gli Ebrei dal resto della popolazione di Manduria, segregandoli nelle loro strette viuzze e nelle loro case.

Il Quartiere Ebraico è un pezzo di storia di Manduria da riscoprire.

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