giovedì 3 novembre 2011

Rinascimento Salentino. Acaya e il suo Castello.

Ad Acaya il tempo sembra essersi fermato. Tutto è rimasto uguale a come un umanista, appassionato di matematica, aveva progettato e aveva fatto costruire.
Acaya
La storia di questo piccolo centro salentino è antica. Sorta lungo un'antichissima arteria che arrivava fino ad Otranto, Acaya nell'antichità era conosciuta come Salapia, nome messapico che in seguito si trasformò in Segine, nome che conservò fino alla decisione di Giangiacomo d'Acaya di ribattezzare il paese, appena ristrutturato, fortificato e riordinato urbanisticamente, con il nome del piccolo centro francese, Acaya appunto, paese d'origine dei suoi avi.

Acaya

Giangiacomo è la classica figura dell'umanista a tutto tondo. Amante delle lettere e della matematica, appassionato ed esperto ingegnere militare al servizio di Carlo V, così fedele al suo sovrano da riceverne onori e incarichi sempre maggiori, come le mura fortificate di Lecce o la fortezza di Crotone.

Ma è qui, ad Acaya, che Giangiacomo esprime le sue migliori idee, progettando ed ideando questa città fortificata, ancora intatta, unico esempio di tutto il Sud Italia.

Acaya presenta un impianto ortogonale, di stampa romano, con un cardo e un decumano. Le mura del borgo sono rinforzate ai quattro angoli da baluardi, di cui quello di sud-ovest è costituito dal Castello, che risulta, insieme a tutta la fortificazione cittadina, adeguato ai più aggiornati principi cinquecenteschi dell'architettura militare.

Acaya

Il Castello risultava tra le più innovative e meglio curate fortificazioni di tutto il Vice Regno di Napoli. La fortezza aveva funzione difensiva, contro le incursioni turche, ma anche un importante ruolo nel controllo del territorio salentino per il regno di Carlo V. Inoltre, la presenza di pregevoli fregi al suo interno, dimostra anche il compito di rappresentanza che il Castello doveva avere per il nobile Giangiacomo.

Il borgo, nel suo complesso, è un piccolo capolavoro di urbanistica rinascimentale, con le sue tre piazze, disposte lungo la diagonale che porta dal Castello al Convento dei frati minori, che rappresenterebbero simbolicamente i tre aspetti della vita sociale: militare, politico e religiosa.

Alla morte di Giangiacomo, il Castello e il borgo passarono a diverse nobili famiglie salentine, che ebbero il merito di non alterare le caratteristiche volute dall'architetto.
Acaya
Negli ultimi anni, Acaya è diventato una meta turistica tra le più rinomate del Salento e l'interesse per il borgo ha portato alla realizzazione di diversi lavori di restauro e mantenimento del complesso urbano.

Durante questi lavori sono stati approntati, inoltre, diversi scavi archeologici che hanno portato alla luce numerose testimonianze precedenti il periodo rinascimentale.

Sotto il Castello sono state ritrovate tracce di un luogo di culto greco basiliano risalente al IX secolo, con importanti icone affrescate. 

Acaya

Particolare interesse suscita la presenza di un affresco, risalente probabilmente al X - XI secolo, raffigurante la Dormizione di Maria e miracolosamente rinvenuto intatto durante i lavori di scavo e di restauro.

Un'altra scoperta sorprendente è stata quella avvenuta nel 2001, quando durante degli scavi archeologici a pochi metri dalle mura, sono state riportate alla luce una serie di tombe, fosse comuni e cunicoli, probabilmente utilizzate durante le cruente battaglie che tormentarono la zona tra il Duecento e il Trecento. 
Sono soprattutto i cunicoli a suscitare curiosità, visto che molti sono murati e chissà quali misteri e segreti  nascondono.

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