martedì 18 ottobre 2011

Fiorentino. La fine dello Stupor e l'inizio della leggenda

Tutte le leggende hanno un inizio, un momento nel quale da storie e racconti diventano qualcosa di più, qualcosa da raccontare davanti al fuoco ai nipoti o ai figli, un esempio da seguire per cambiare la propria esistenza.
Torremaggiore - Resti di Fiorentino
Spesso l'inizio di una leggenda coincide con la morte del personaggio che racconta. Quando la vita mortale finisce inizia quella leggendaria.

Federico II

Federico II è al centro di mille leggende, storie e racconti. La sua corte multirazziale, le sue passioni, la sua cultura. Tutto serve per raccontare uno di quei personaggi che non solo fanno la storia, ma la cambiano anche con le loro gesta.

La leggenda di Federico inizia quando la sua vita finisce.

Si racconta che all'imperatore fosse stato predetta, dal suo astrologo di corte, la morte sub fiore. Federico, superstizioso come solo la gente del sud sa essere, per evitare che la profezia si avverasse non volle mai recarsi a Firenze, pensando che la profezia si riferisse proprio alla città toscana.

All'improvviso, però, l'imperatore si ammalò e i suoi cortigiani decisero di portarlo in uno dei suoi palazzi pugliesi, quello di Fiorentino. Appena giunto, lo Stupor Mundi chiese il nome del posto dove era stato trasportato e saputolo si abbandonò al suo destino, accettando l'imminente morte.

Torremaggiore - Resti di Fiorentino

Oggi Fiorentino non esiste più. Si possono solo vedere i resti e le rovine portate alla luce dai numerosi scavi archeologici, segno del ritrovato interesse da parte degli storici e degli archeologi per la zona, a pochi chilometri da Torremaggiore, in provincia di Foggia.

Fiorentino era una di quelle "città di frontiera" volute e costruite dai Bizantini, all'inizio dell'XI secolo, per consolidare i propri possedimenti nell'Italia Meridionale e difenderli dagli attacchi longobardi, che giungevano da nord, e da quelli degli Arabi che attaccavano da Sud.

Fiorentino passò di mano dai Bizantini ai Normanni, dagli Svevi agli Angioini, cambiando spesso funzione e arricchendosi di edifici di cui ancora oggi sono visibili i resti.

Sotto la dominazione normanna, la città conobbe una notevole espansione urbanistica che portò alla nascita di nuovi quartieri. Sempre nello stesso periodo venne eretto, sull'estremità più alta della collina, su cui sorgeva l'abitato, un piccolo castello che in seguito Federico II fece trasformare nel suo Palacium. 
Torremaggiore - Resti di Fiorentino
Fiorentino divenne ben presto uno dei luoghi di svago preferiti dall'Imperatore, dove dedicarsi alla caccia e al riposo.

A sud della strada principale, nella zona urbana, si trovava la Cattedrale, altro edificio di rilievo artistico e di dimensioni imponenti della città, che era intitolata al Santo patrono del popolo longobardo, l'Arcangelo Michele. Scelta obbligatoria visto che la popolazione di Fiorentino era composta prevalentemente da famiglie longobarde, le uniche reclutabili in zona dai Bizantini per popolare la città appena costruita.

Il degrado di Fiorentino e il suo progressivo abbandono da parte dei suoi abitanti iniziò poco dopo la morte di Federico II. Nel 1255, le truppe di papa Alessandro IV attaccarono e distrussero la città, rimasta fedele agli Svevi. Gli Angioini la ricostruirono parzialmente ma la usarono solo per scopi militari. Nel 1300 iniziò la spoliazione sistematica del sito, che porterà il tutto alla rovina totale.

Torremaggiore - Resti di Fiorentino

La tradizione vuole che tra gli elementi trasportati ci fosse una gran lastra di marmo, usata adesso come piano dell'altare maggiore della Cattedrale di Lucela, ma che si dice fosse la mensa di Federico.

A ricordarci, oggi, di Fiorentino è, soprattutto, la morte del Puer Apuliae. Fiorentino segna, però, l'inizio della sua vita leggendaria e immortale.


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