mercoledì 12 ottobre 2011

Vampiri a Trani?

Prima di Bram Stoker e del suo Dracula, prima dei vampiri cool di Twilight, a parlare di non morti fu un prelato pugliese. E' il 1740 quando Giuseppe Davanzati scrisse la sua "Dissertazione sopra i Vampiri", celebre testo nel quale l'Arcivescovo di Trani esaminava, con piglio illuministico, il fenomeno del vampirismo e tutte le leggende che hanno attraversato l'Europa e che ancora oggi spaventano i più piccoli o i più ingenui. 
Trani
Davanzati, però, non è l'unico legame tra Trani e i vampiri.

Nel 2000, si iniziò, nuovamente, a scavare nella zona di Capo Colonna, vicino al bel monastero. La zona era già stata esaminata negli anni '70, quando furono ritrovate tracce di insediamenti dell'età del Bronzo e di quella del Ferro e vennero riportati alla luce reperti tardo-ellenici e micenei.
Trani - Monastero Colonna
Durante gli scavi recenti sono emersi nuove strutture, ambienti con un cortile lastricato.

Fin qui nulla di strano. 
Dissertazione sopra i Vampiri
A colpire gli archeologi sono state le pareti di questo edificio, che presentavano un'originalità. I paramenti esterni dei muri erano costituiti da lastroni infissi verticalmente nel terreno. Tecnica costruttiva, questa, mai attestata nell'antica Peucezia e neanche nella vicina Daunia.

Sono, inoltre, stati ritrovati frammenti di ceramica iapigia decorati con stravaganti immagini, tra le quali spicca la figura di un bipede con una voluminosa cresta e una lunga coda da rettile.

A sorprendere, ulteriormente, gli studiosi è quello che è stato ritrovato sotto l'edificio appena scoperto.
Due tombe all'interno delle quali erano inumati, senza onoranze funebri di nessun genere, in posizione prona e con un macigno addosso, quattro cadaveri. Nella sepoltura più piccola era deposto un solo corpo, mentre nel secondo sepolcro erano tre.

La modalità di sepoltura, il macigno, la posizione sono qualcosa di unico sia nella storia dell'archeologia pugliese sia negli studi sulla ritualità funebre antica.
Dissertazione sopra i Vampiri

Gli antropologi concordano sul fatto che i cadaveri dovevano appartenere a dei reietti che secondo gli antichi abitanti di Trani non sarebbero mai dovuti tornare tra i vivi.

L'ipotesi vampirismo è subito emersa prepotente. Parlando di vampirismo non si deve pensare ai film dell'orrore, ma a gente affetta da malattie che spesso si manifestano con il sangue, come la fotofobia, la porfiria o la tubercolosi. Malattie sconosciute agli antichi e per questo chi ne era colpito era spesso guardato con sospetto o considerato un reietto, un mostro, come i vampiri.

La sepoltura di Trani è qualcosa di unico in Italia, ma trova, invece, riscontro in alcune scoperte archeologiche nel nord della Grecia, dove, secondo gli esperti, riti funebri di questo tipo si sono tramandati dall'età neolitica fino ai giorni nostri.

Trani è, quindi, una città dai molti misteri. Set ideale per il prossimo film sui vampiri.

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