domenica 2 ottobre 2011

San Michele Arcangelo in Puglia

Si racconta che quando San Francesco giunse in Puglia si recò sul Gargano, a Monte Sant'Angelo, per andare a pregare nella Grotta dedicata al culto dell'Arcangelo Michele, ma una volta giunto nel santo luogo non ebbe il coraggio di entrarvi e rimase a pregare sulla soglia del tempio, baciando il terreno e incidendo su una pietra il segno di croce in forma di Tau.
Monte Sant'Angelo
San Francesco è solo uno, magari il più celebre, dei pellegrini che nel corso di quindici secoli hanno visitato, pregato, ammirato il Santuario di San Michele Arcangelo.
La storia del Santuario inizia nel lontano 490 d.C, quando l'Arcangelo apparve per la prima volta al Vescovo di Siponto, San Lorenzo Maiorano. Leggenda vuole che un ricco signore del Gargano avesse smarrito il toro più bello della sua mandria e che lo ritrovò casualmente dentro una caverna inaccessibile. Deciso a non far soffrire l'animale, gli scagliò contro una freccia che miracolosamente tornò indietro, colpendolo. Spaventato dall'accaduto, il proprietario dell'animale si recò dal Vescovo, il quale indisse tre giorni di preghiera e penitenza, al termine dei quali gli apparve in sogno San Michele Arcangelo, dicendo: "Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono un vigile custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini. Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la Grotta al culto cristiano". Ma il Vescovo non diede seguito alla richiesta dell'Arcangelo, perchè sul monte era ancora forte il culto pagano.
Monte Sant'Angelo - Santuario
Questa è la storia della prima apparizione, che segna l'inizio della sacralità del luogo. L'Arcangelo Michele apparve altre due volte al Vescovo che dopo la vittoria contro i barbari che assediavano Siponto, seguente la seconda apparizione dell'Arcangelo, decise di renderGli omaggio esaudendo il Suo ordine e edificando il Santuario. La terza apparizione fermò i riti di consacrazione del luogo, in quanto il Santo disse al Vescovo che la Grotta era stata già consacrata da Lui stesso.
La quarta e ultima apparizione del Santo risale al 1656, quando il Meridione era flagellato dalla peste e la popolazione di Monte Sant'Angelo si riunì in preghiera e penitenza per chiedere la grazia di essere risparmiati. Il Santo apparve, dopo un terremoto improvviso, e la popolazione fu risparmiata dalla pestilenza.
Il Santuario, nel 650, entrò a far parte dei domini longobardi, popolazione che nutriva una forte devozione e venerazione per San Michele. I Longobardi ritrovavano nell'Arcangelo quelle qualità guerriere già adorate nel pagano Odino.
Monte Sant'Angelo - La Grotta
Il Santuario di San Michele divenne ben presto santuario nazionale dei Longobardi, attirando il mecenatismo sia dei potenti duchi di Benevento sia dei re longobardi che governavano a Pavia.
Il tempio divenne meta di pellegrinaggi, tappa della Via Sacra Longobardorum, una variante della Via Franchigena, che univa i tre maggiori luoghi di culto europei intitolati a San Michele: la Sacra di San Michele in Val di Susa, il Santuario di Monte Sant'Angelo e Mont Saint-Michel in Normandia. I tre luoghi si trovano a mille chilometri di distanza l'uno dall'altro, allineati lungo una retta che, prolungata in linea d'aria, conduce a Gerusalemme.
Alla caduta del regno longobardo e a quella successiva del Principato di Benevento, il Santuario passò sotto le cure dei Normanni, degli Svevi e degli Angioini, legati anche questi ultimi al culto di San Michele. Carlo d'Angiò, per ringraziare San Michele per la conquista dell'Italia Meridionale, decise di arricchire ulteriormente il Santuario, facendo costruire il Campanile, che richiama alla memoria le torri di Castel del Monte.
Monte Sant'Angelo - Campanile
Il Santuario si divide su due livelli, uno superiore dove c'è il Campanile e il portale romanico e uno inferiore, con la Grotta, con la statua del Santo, e le cripte, segnate da innumerevoli iscrizioni, alcune anche in caratteri runici, testimonianza della moltitudine di pellegrini provenienti da tutta Europa.
Monte Sant'Angelo - Panorama
Nel corso dei secoli il Santuario è stato meta di milioni di pellegrini, tra cui tanti Papi e tanti Sovrani, che chiedevano grazia e conforto al Santo che sconfisse il Drago.

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