mercoledì 19 ottobre 2011

Pantaleone e l'Albero della Vita

Questa storia inizia pochi chilometri a sud di Otranto, nel monastero di San Nicola di Casole, centro culturale tra i più attivi e importanti della zona. Il monastero è affidato ai monaci basiliani che ne hanno fatto un ponte tra la cultura occidentale e quella orientale e che lo impreziosiscono con una ricca biblioteca che si arricchiva giorno dopo giorno di volumi straordinari.
Monastero di San Nicola di Casole
Proprio su questi volumi, Pantaleone, il personaggio di questa storia, formerà la sua cultura, apprenderà i misteri e i simboli che riverserà nella sua opera principale.

Otranto - Mosaico Cattedrale

Il monastero oggi non esiste più. Sono rimasti solo pochi ruderi, sopravvissuti alla distruzione turca del 1480 e al passare del tempo.

A testimonianza della sua importanza culturale, però, rimane, l'opera di uno dei suoi migliori allievi, il mosaico della Cattedrale di Otranto, che riuscì a resistere allo scempio fatto dai Turchi.

Pantaleone lavorò al suo capolavoro per quasi tre anni. Tra il 1163 e il 1165, adoperando tessere policrome di calcare durissimo. Possiamo immaginarlo chino su quel pavimento, tutto il giorno e, magari, anche la notte.

Il mosaico si dispiega lungo tutta la navata centrale, sul presbiterio, l'abside e i bracci del transetto. Al suo interno è riversato tutto l'immaginario medievale, creando un vero e proprio labirinto teologico in cui, spesso, ci si perde seguendo le interpretazioni più varie e diverse tra loro.

Otranto - Mosaico Cattedrale
(Alessandro Magno)

Troviamo scene dell'Antico Testamento (mai del nuovo), come la Cacciata di Adamo ed Eva dal Giardino dell'Eden, la storia di Caino e Abele, la Costruzione della Torre di Babele, Noè e l'Arca, Sansone e Giona, accanto a storie e personaggi della cultura pagana, come ad esempio Diana cacciatrice, Atlante e il Minotauro e a personaggi storici come Alessandro Magno. Non mancano il Paradiso e l'Inferno, dove si agitano dannati e un Satana a cavallo di un drago.

All'improvviso appare, per la prima volta in un mosaico e in qualsiasi altra rappresentazione per immagini, Re Artù. E' inspiegabile la presenza di un mito nordico relativamente giovane, dato che le prime testimonianze scritte risalgono a circa un trentennio prima della realizzazione del mosaico. Ma questo potrebbe essere significativo della fervente attività culturale della biblioteca del monastero di Casole.
Otranto - Mosaico Cattedrale (Re Artù)
Centrale è la figura dell'Albero della Vita a cui sono affiancati dodici medaglioni che rappresentano i mesi e lo Zodiaco, tema non inusuale nelle chiese medievali. Come non è inusuale il classico Bestiario medievale al centro della navata, dove si riconoscono facilmente un basilisco, una lonza, un centauro, un liocorno e un'antica iconografia della sirena rappresentata mentre regge tra le braccia due code. Sulla punta dell'Albero è avvolto il serpente, simbolo del demonio, posto tra le figure di Adamo ed Eva, in posizione alquanto provocatoria.

Otranto - Mosaico Cattedrale

A rendere più dubbia e controversa la decifrazione della simbologia interviene un leone con quattro corpi ed un'unica testa, posto simmetricamente alla rappresentazione di Alessandro Magno. Questo rende difficile attribuire al mosaico una chiave di lettura veterotestamentaria o cronologica.

La prospettiva che alcuni studiosi hanno avanzato è quella cabalistica, basata, soprattutto, sulla corrispondenza posizionale tra le raffigurazioni principali del mosaico e le Sefirot della Cabala. La contrapposizione leone/Alessandro Magno trova corrispondenza nelle Sefirot inferiori, Splendore/Vittoria; le Sefirot centrali della Cabala e la parte centrale del mosaico sono parallele: Rigore - Ordine dato a Mosè da Dio/Pietà - Raffigurazione dell'Arca; mentre nella parte superiore troviamo il binomio intelligenza - Albero del bene e del male - Scelta di Adamo/Saggezza - Re Artù. Infine, la Corona della Sefirot è raffigurata dalla cosmogenesi nella parte superiore del mosaico.

Otranto - Mosaico Cattedrale

Alla lettura cabalistica si contrappone quella gnostica, che individua nel grande albero, posto al centro, il percorso della conoscenza, la Gnosi. La figura di Artù, quindi, richiamerebbe alla leggendaria ricerca del Santo Graal, simbolo di conoscenza. Artù parte alla ricerca della conoscenza dalla radice del male, nella violazione di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Il Graal è rappresentato nel mosaico. Infatti, i due rami in basso e la base dell'albero, costituita da due elefanti, disegnerebbero una coppa, il Santo Graal, appunto.

Altro simbolo gnostico è la Sirena che richiama fortemente la figura dell'Abraxas, simbolo e nome oscuro del Sommo Architetto dell'Universo.

Ricco è il mosaico dei tradizionali simboli templari, come la scacchiera. I Templari, infatti, sono sempre stati connessi con conoscenze misteriche di cui sarebbero stati unici detentori.
Otranto - Cattedrale
Le congetture sono infiniti come i punti di lettura di questa straordinaria opera di un piccolo monaco, quasi sconosciuto ma che si è ritagliato un posto nella storia dell'arte con la sua opera, ma anche cedendo ad un pizzico di vanità. Pantaleone, infatti, si è raffigurato all'interno del mosaico in compagnia di un unicorno, simbolo di quella conoscenza che ha riversato nella sua opera.
Otranto - Mosaico Cattedrale

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