martedì 25 ottobre 2011

I Borghi. Un'altra Puglia da scoprire.

La Puglia non è solo mare, trulli e pizzica. Esiste un territorio lontano e diverso da quello dell'immaginario collettivo e delle cartoline. Esistono posti dove il tempo sembra non scorrere, dove le tradizioni e i luoghi non sono mai cambiati e sono ancora vivi, forti e suggestivi. Esistono non per i turisti ma solo per chi ci vive, per chi è immerso nella storia, senza accorgersi che la storia è andata avanti. Questo avviene in quei borghi che non sono ancora stati scoperti dal turismo e in quelli che, anche se conosciuti da tutti, sono riusciti a conservare integro il loro spirito, il loro territorio e le loro tradizioni.

Il giro allo scoperta dei borghi pugliesi inizia in quella zona della Puglia, il Subappenino Dauno, quasi sconosciuta ai più e che proprio per questo motivo è riuscita a conservare le caratteristiche medievali dei borghi, arroccati sui monti, costruiti in altura per difendersi dalle incursioni nemiche che devastavano le coste e le pianure della regione. 

Pietramontecorvino (FG)

La prima tappa è Pietramontecorvino (FG), un piccolo centro che sorge arroccato su uno sperone roccioso. Il paese deve il suo nome alla roccia nel cui ventre trovarono rifugio pellegrini e profughi. La vita del paese ruota intorno al suo centro storico, chiamato dagli abitanti Terravecchia, che conserva tutte le caratteristiche dell'originario tessuto urbanistico medievale, con le abitazioni in tufo. Passeggiando per il centro storico, si può ammirare la Chiesa Madre (XIII sec.), la più antica del borgo, e il Palazzo Ducale.


Alberona (FG)

Il borgo di Alberona (FG) sorge in un territorio ricco di torrenti e corsi d'acqua che formano piccole cascate nel loro cammino. Il paese nacque intorno all'anno Mille, quando degli esuli calabresi si spinsero in questo territorio alla ricerca di un rifugio per sottrarsi alle incursioni dei pirati saraceni. La storia e l'architettura di Alberona sono segnate dalla presenza dei Templari. I monaci-guerrieri costruirono in paese la Chiesa Madre, con il suo alto campanile che per secoli venne usato come torre militare. Ulteriore testimonianza di questa presenza è la Torre del Priore, costruita dai Templari e da loro occupata, fino al passaggio di Alberona al Gran Priore dell'Ordine dei Cavalieri di Malta. Caratteristiche sono, inoltre, le case dei contadini, costruite con sassi, pietra bianca o in muratura.
Roseto Valfortore (FG)
Roseto Valfortore (FG) deve il suo nome all'abbondanza di rose selvatiche presenti nel suo territorio e al fiume Fortore, che nasce a pochi passi dal paese. Il borgo, adagiato su uno scosceso pendio, conserva l'impianto urbanistico di derivazione medievale, con le viuzze strette del centro storico, dove si possono visitare la Chiesa Madre, risalente al XVI secolo. Il territorio è ricco di fiori e di tartufo nero, che abbonda nei boschi che circondano il paese. Questa abbondanza ha fatto meritare a Roseto il soprannome di "città del miele e del tartufo". 

Orsara (FG)

Il paese di Orsara (FG) si distende su un declivio del Subappennino Dauno ed è l'ultima tappa appenninica dell'itinerario.
Leggenda vuole che Orsara fu fondata da Diomede, come altri comuni del foggiano. Un'altra leggenda racconta che una giovane orsa incinta scelse i boschi che circondano l'attuale Orsara, come rifugio per far nascere i propri cuccioli. Il centro urbano ospita deliziosi monumenti, come la Chiesa di San Nicola (XVI sec.), l'Abbazia di Sant'Angelo (VIII - IX sec.) e il Palazzo Baronale (XIII sec.) che ancora oggi conserva il caratteristico torrione.


Alberobello (BA)


Con Alberobello (BA) arriviamo in Valle d'Itria, nota anche come la Valle dei Trulli, per la presenza delle tipiche abitazioni, Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 1996. Il territorio di Alberobello iniziò a popolarsi nei primi anni del XVI secolo, quando alcune famiglie di coloni si insediarono per bonificare la zona e coltivare le terre. L'abbondanza di materiale sedimentario calcareo e l'obbligo di costruire case solo con muri a secco senza l'uso di malta, i trulli, contribuirono all'espansione dell'agglomerato urbano. Alberobello, però, non è solo trulli. Passeggiando per le strade del centro storico, troviamo la Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano, protettori di Alberobello, la Casa D'Amore, la prima costruzione non a trullo del paese e rappresenta l'ottenuta libertà dal feudalesimo (1797).
Locorotondo (BA)
Locorotondo (BA) iniziò ben presto ad espandersi oltre la cinta muraria medievale, assumendo la forma circolare, da cui prende il nome. La bianca Locorotondo è il "più bel balcone sulla Valle dei Trulli". Dal suo belvedere si ammira un territorio che è a tratti emozionante: un mosaico di piccoli vigneti segnati da muretti a secco, macchie di bosco mediteranneo e argentei uliveti che circondano antiche masserie, migliaia di trulli sparsi nelle contrade. In più, il piccolo nucleo antico di Locorotondo, racchiuso nella sua perfezione circolare di pietre e calcine, un tempo segnato dalle mure, sembra sospeso tra sogno e realtà: il bianco della calce avvolge ogni cosa, fa da abbagliante sfondo alle architetture barocche in pietra locale, esalta le macchie di colore intenso dei balconi fioriti. I caratteristici tetti aguzzi fatti di grigie "chiancarelle" di pietre, le cummerse, fanno svettare in alto le facciate delle case, che all'interno presentano ambienti dalle tipiche volte a stella. Nel borgo storico tutto è grazioso e intimo, e un senso di ordine, di rispetto, di matura civiltà circonda i piccoli scrigni di fede e arte.

Martina Franca (TA)

Martina Franca (TA) presenta un'urbanistica singolare con le sue case che si sviluppano in senso verticale, ospitando spesso al piano terra le botteghe degli artigiani proprietari degli edifici. Caratteristica importante del centro storico sono le vie strette e piene di spigoli, vicoli ciechi e strade nascoste che formano un vero e proprio labirinto urbano. Il motivo di questa configurazione era duplice: per prendere tempo in caso di un attacco nemico e permettere così la fuga o per tendere imboscate ai nemici, sfruttando i vicoli e le vie nascoste e poco visibili. Nel centro storico di Martina Franca sorgono la Basilica di San Martino, eretta nel XVIII secolo, che è la perla del barocco martinese, il Palazzo Ducale (XVII secolo), dove si fondono elementi barocchi e rinascimentali.

Cisternino (BR)

Struggente è il mix, che si crea a Cisternino, in provincia di Brindisi, (Cisternino. Arte, storia e sapori), tra spazi interni ed esterni, tra case, vicoli e cortili, frutto di soluzioni architettoniche dettate da ragioni pratiche, da un senso della comunanza e del vicinato. Si tratta di un classico esempio di "architettura spontanea", dove non ci sono architetti che seguono un piano prestabilito ma rapporti umani da tessere, tra le case imbiancate a calce e i vicoli stretti, tra i cortili ciechi e le scalette esterne, tra gli archi e i balconi fioriti: spazi dove ci si può "affacciare", dove si crea aggregazione, spazi condivisi, insieme pubblici e privati. Il paese offre, oltre ai tanti palazzi nobiliari che si affacciano sul centro storico, la Chiesa di San Nicola (XIV sec.), edificata sui resti di un'antica chiesa paleocristiana, e la Torre normanno-sveva di epoca medievale.

Ostuni (BR)

Ostuni (BR) chiude il giro per la Valle d'Itria. Nota come "Città Bianca", per il suo caratteristico centro storico dipinto interamente con calce bianca, negli ultimi anni Ostuni è diventata una rinomata località turistica, grazie alla bellezza del suo territorio e al mare, che lambisce la città, ma anche grazie al suo centro storico, dove oltre alle abitazioni dipinte di bianco, per non assorbire calore durante la stagione estiva, si possono ammirare gioielli architettonici come la Concattedrale (1435 - 1495), con la caratteristica facciata con forme tardo gotiche e l'interno a croce latina, il Monastero delle Carmelitane con l'annessa Chiesa di San Vito Martire (XVIII sec.), in stile barocco, e la Guglia di Sant'Oronzo, eretta nel 1771 e considerata il simbolo del paese.

Specchia
Il viaggio si conclude nel Salento con Specchia (LE) e Otranto (LE). Situato in una posizione strategica che domina la pianura sottostante, il centro storico di Specchia è considerato fra i più belli del Salento. Le strette stradine chiuse al traffico e interrotte da rampe di scale, racchiudono un nucleo abitativo frutto di un'architettura spontanea che ha avuto origine nei secolo XVI e XVII, e che è giunta quasi intatta sino ai nostri giorni. Il centro storico di Specchia rivela un tipico impianto medievale che è cresciuto nel XV sec. intorno al primitivo nucleo costituito dal Castello Risolo, una struttura fortificata di impianto cinquecentesco. Il Castello era originariamente isolato, ora è congiunto ad altre costruzioni tra le quali emergono due torrioni alti e quadrati posti sugli spigoli dell'antica costruzione. Spiccano, oltre al Castello, la chiesa e l'annesso convento dei Francescani Neri (1531), la Cappella di S.Caterina Martire (1532), la Chiesa Parrocchiale (1605) e la chiesa di San Nicola (IX - X sec). A Specchia si può ammirare anche la Chiesa di S. Eufemia, di antico rito greco, la cui abside è disposta verso oriente, secondo l'uso bizantino, perché da questo punto cardinale sorge il sole, simbolo della divinità di Cristo. La chiesa, databile tra la fine del IX secolo e l'inizio del X secolo, è una testimonianza medievale che rivive in questo angolo di Salento.

Otranto (LE)

Alla fine si raggiunge Otranto, la porta d'Oriente della Puglia. Si entra nella città murata attraverso la Porta Alfonsina, che con le torri della cinta muraria offre un esempio di architettura militare, frutto della nuova fortificazione della città realizzata dagli aragonesi dopo la devastazione turca del 1480. Si resta estasiati dalla Cattedrale, la "signora di Oriente" per utilizzare le parole della scrittrice Maria Corti, con il pavimento a mosaico che ha resistito all'invasione turca del 1480, da guardare e leggere (Pantaleone e l'Albero della Vita). Ci si può dedicare poi alla visita del Castello aragonese (1485 -1589), fatto costruire da Ferdinando d'Aragona inglobando le fortificazioni sveve e i miglioramenti che i Turchi avevano approntato durante l'occupazione della città.


I Borghi. Un'altra Puglia da scoprire.

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