La provincia di Foggia ha un forte sentimento religioso, quasi mistico. La maggior parte dei santuari, dei luoghi religiosi più conosciuti e più frequentati dai fedeli è in questa zona della Puglia. Monte Sant'Angelo, San Giovanni Rotondo, la Madonna dell'Incoronata vicino Foggia, solo per citarne alcuni. Tutto racchiuso in questa zona. Forse c'è qualcosa in questa zona, nell'aria o nell'acqua, chissà, che stimola e fortifica la carica religiosa della zona.
Santa Maria di Pulsano |
L'Abbazia di Santa Maria di Pulsano, con la sua storia millenaria, è un chiaro esempio di questa religiosità.
Risalente al VI secolo, fu il monaco e papa San Gregorio Magno a decidere di instaurare in questa zona un grande complesso religioso. L'Abbazia venne scelta come luogo di raccoglimento, di preghiera e riflessione da monaci, anacoreti, cenobiti, orientali e latini.
La volontà di raccogliersi in preghiera e di riflettere è ben rappresentata dalla presenza di 24 eremi, con celle e luoghi di culto e di lavoro, solitari ma allo stesso tempo collegati tra loro e al complesso principale da una fitta rete di stradine e viuzze scoscese.
Santa Maria di Pulsano - Eremi |
La storia del complesso è, purtroppo, anche una storia di distruzione e abbandono. A cui è seguita, per fortuna, una continua rinascita dalle sventure. Il monastero originario fu distrutto e abbandonato una prima volta a causa delle incursioni saracene che tra il X e l'XI secolo colpirono tutta la regione.
A risollevare l'Abbazia fu San Giovanni da Matera.
Santa Maria di Pulsano |
Tradizione vuole che, agli inizi del XII secolo, mentre il Santo si stava recando in pellegrinaggio al Santuario di Monte Sant'Angelo, gli apparvero in sogno la Madonna e l'Arcangelo Michele, indicandogli il colle di Pulsano come luogo dove costruire una chiesa. Obbediente alla visione e all'ordine ricevuto, Giovanni, aiutato e seguito da soltanto sei discepoli, iniziò la ricostruzione della Chiesa abbaziale. Una leggenda racconta che per i lavori di ricostruzione della mura furono impiegati solo 7 settimane. Ultimati i lavori, nel 1177, la Chiesa venne dedicata da Papa Alessandro III, alla gloria di Dio e alla Semprevergine Maria, Regina del Cenobio Pulsanese. Nella stessa occasione vennero traslate, sotto l'altare maggiore le reliquie di S. Giovanni, morto nel 1139, senza essere riuscito a vedere ultimati i lavori a cui aveva dato inizio.
Santa Maria di Pulsano |
A questo punto la storia dell'Abbazia sarebbe potuta scorrere tranquilla e placida, scandita dalle preghiere e dall'alternarsi dei vari ordini religiosi incaricati di curare il complesso. Ma purtroppo le cose andarono diversamente.
Nel 1646 l'Abbazia venne gravemente danneggiata da uno dei tanti terremoti che colpirono il foggiano in quel periodo. Gravi furono i danni arrecati alla memoria storica delle Chiesa. L'Archivio e la Biblioteca, infatti, subirono ingenti danni. Anche questa volta l'Abbazia si risollevò, grazie alla fermezza e all'opera di monaci e fedeli.
Ma i problemi arrivarono di nuovo a disturbare la quiete meditativa.
Sull'esempio rivoluzionaria partito dalla Francia e seguendo l'esempio dell'Impero napoleonico, Giuseppe Bonaparte, prima, e Gioacchino Murat, dopo, soppressero tutti gli ordini monastici, segnando l'inizio di un periodo di abbandono che segnerà la restante storia del complesso.
Abbazia di Santa Maria di Pulsano - Eremo |
Iniziò, così, il degrado e la decadenza della struttura, a cui si aggiunsero, alla more dell'ultimo parroco dell'Abbazia, ripetuti atti vandalici e furti.
Negli anni Novanta la comunità civile e religiosa ha deciso di reagire allo scempio e alla triste realtà nella quale si trovava un luogo così amato e così ricco di storia. Con uno sforzo comune vennero avviati i lavori di restauro dell'intero complesso e una nuova comunità monastica prese possesso dell'Abbazia.
Abbazia di Santa Maria di Pulsano - Eremo |
Oggi l'Abbazia di Santa Maria di Pulsano è uno dei luoghi più amati e visitati di tutta la Puglia. Il FAI - Fondo Ambiente Italiano ha decretato, inoltre, che il complesso è il Luogo del Cuore 2010, giusto riconoscimento alla bellezza e alla storia dell'Abbazia, ma anche alla sua forza di riprendersi da tutte le sventure che l'hanno colpita nel suo lungo millennio di vita.
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